Digitale VS reale, piccola riflessione sul mondo degli eBook
L’11 aprile, Kobo, una delle aziende più famose per la produzione degli eBook Reader, ha presentato la sua piccola rivoluzione. Si tratta di due dispositivi, il Kobo Clara Colour e il Kobo Libra Colour. Come ci si può immaginare, entrambi i dispositivi proiettano l’utenza nel mondo, fino ad ora quasi sconosciuto, degli eBook a colori. Lo schermo a colori, anche se a una risoluzione ammezzata rispetto alla visualizzazione in bianco e nero (150 PPI), permette finalmente di accedere a tutta quella vasta gamma di prodotti che necessitano del colore per essere pienamente apprezzati. Un esempio sono le riviste di settore, le pubblicazioni di stampo artistico, le produzioni a seguito di mostre o eventi museali. Ma soprattutto fumetti, i grandi esclusi, almeno nelle loro versioni a colori, dai dispositivi che sfruttano l’inchiostro elettronico come tecnologia di visualizzazione.
Questa notizia serve da spunto per fare qualche piccola riflessione sull’impatto e sulle considerazioni incessanti che si fanno sul ruolo della digitalizzazione, e dell’eBook in particolare, nella nostra società. Al netto dei dati italiani dell’anno scorso, che appunto sono solo dati e non sempre fotografano l’impatto sociologico del libro elettronico sulle abitudini dei lettori, è opportuno raccogliere qualche impressione in più.
Il digitale come sostegno alla lettura
A prescindere dai dati di utilizzo degli eBook rispetto ai libri cartacei, il digitale una rivoluzione l’ha già attuata. I canali online sono infatti la scelta preferita, a livello mondiale, per conoscere e scegliere le proprie letture. Se poi le stesse si definiscono nell’acquisto di una versione cartacea dell’opera, questo è un altro punto. Ma i canali di acquisizione delle informazioni necessarie a perfezionare un acquisto, non tanto come prezzo e disponibilità, ma soprattutto riguardo la tipologia, la trama, l’autore e molti altri dettagli, avvengono online.
La parte da leoni la fanno, ovviamente, i social. TikTok, in particolare, in questi ultimi anni si è rivelato uno strumento piuttosto indicato per la scelta delle proprie letture. Dai consigli dei semplici utenti, fino alle opinioni più strutturate di influencer dedicati, il “passaparola digitale” sulla scelta delle letture è in continua crescita. Questo ha permesso anche di creare community definite attorno a una singola opera, genere o autore. Vere e proprie versioni moderne di quei “club del libro” di cultura totalmente cartacea e prettamente novecentesca che sembravano scomparsi da tutto il mondo. Un dato italiano? Secondo una ricerca Netcomm del 2023 sugli stili e le abitudini di lettura degli italiani, il 70% dei lettori assidui acquista sia sui canali digitali che su quelli tradizionali. Tuttavia, il 61% di tutti i lettori si informa online per decidere cosa acquistare (e poi acquista in libreria).
Il problema del formato negli eBook
Non solo DRM, EPUB, TXT, MOBI o altro. Il problema del formato negli eBook è abbastanza sentito, soprattutto oltreoceano, e non solo per quanto riguarda la compatibilità. Si parla infatti di vero e proprio formato di lettura, ovvero quello che noi lettori vediamo letteralmente sullo schermo quando leggiamo. In pratica, la natura stessa dell’eBook porta a profondi vantaggi e altrettanti svantaggi.
Per quanto riguarda i vantaggi, l’utilizzo di un testo elettronico “formattabile” a piacimento è una vera e propria comodità. Consente, ad esempio, un aumento immediato dei caratteri o l’adattamento a uno schermo in verticale o in orizzontale, per non parlare delle possibili dimensioni diverse dei dispositivi dai quali si legge. D’altra parte, però, queste caratteristiche sono anche quelle che allontanano di più i lettori tradizionali. La scelta di un formato fisso, predefinito dall’editore e proposto al lettore, è spesso infatti una caratteristica intrinseca del piacere del processo di lettura. Non solo, diversi studi hanno confermato il vantaggio di leggere su carta stampata, come quello della linguista Naomi Baron del 2021. Le conclusioni erano che la lettura tradizionale portasse una migliore comprensione, un aumento della concentrazione e una maggiore probabilità di ricordare dettagli ed eventi della storia letta.
Quest’ultimo particolare, soprattutto, è interessante. La natura stessa del libro cartaceo richiede lo scorrere fisico delle pagine. Lo spostamento, avanti o indietro, all’interno della narrazione, per trovare un particolare o un’eventuale annotazione, è stata decisamente appiattita nell’eBook. Certo, in quest’ultimo c’è la possibilità di segnare delle note in uno scherma ordinato e immediatamente richiamabile, oltre al raggiungimento immediato di una pagina o anche solo di un termine. Un vero toccasana per chi non vuole perdere tempo o ha bisogno di una ricerca a prova di errore.
Per risolvere l’oggettiva bruttezza del formato degli eBook, non sempre basta la tecnologia, come nel caso di schermi più potenti e sempre più performanti, ma serve a volte un pizzico di arte. Un caso da studiare è quello dei cosiddetti “minisiti”, che contengono un’opera libraria e sono ricamati ad arte per valorizzarla, anche in maniera visuale, all’utenza. La casa editrice Stripe Publishing, di proprietà degli inventori della nota piattaforma leader di pagamenti online Stripe, è un esempio dell’uso di questa tecnologia.
eBook, Millennial e Gen Z, un rapporto altalenante
Le generazioni più giovani sono quelle più naturalmente portate all’utilizzo di una tecnologia come l’eBook. Esistono però dei particolari che portano a contrastare, e a volte contraddire, quest’affermazione. L’utilizzo degli eBook è infatti visto spesso in chiave ecologica, specialmente nella Gen Z, la più attenta al fattore ambientale. D’altra parte, però, è questa stessa generazione che, vittima di una presenza online e social perenne, sta cercando di adottare alcune abitudini in chiave detox. Una di queste è l’utilizzo dei cosiddetti dump phones al posto degli smartphone, con l’ascesa di modelli di telefoni tradizionali che evitano le abitudini peggiori degli smartphone, prima fra tutte l’infinite scrolling. Più o meno comparabile è la preferenza, recentemente rilevata, della Gen Z per l’acquisto di libri cartacei, sempre in chiave di un differente senso di possesso e di connessione con un dispositivo materiale.
È possibile quindi che la digitalizzazione massiccia possa far nascere il desiderio di qualcosa di più “tradizionale”? È presto per dirlo, ma i segnali ci sono.