Cosa fa chi non scrive libri (ma ci mette le mani)
Quando leggiamo un romanzo o un racconto, ci viene spontaneo chiederci come sia l’autore, quanto di quello che scrive rispecchi la sua personalità, e spesso andiamo subito a cercarlo sui social per entrare in contatto con il suo mondo.
La verità è che un libro non riguarda una sola persona: che si appoggi all’editoria tradizionale o a un percorso di self publishing, chi scrive è necessariamente circondato da una schiera di figure che rimangono dietro le quinte, ma garantiscono la buona qualità del prodotto finito.
Vediamo quindi le principali differenze tra i ruoli di chi scrive… quello che non scrive uno scrittore.
CORRETTORE DI BOZZE
In fondo alla catena alimentare, il correttore di bozze svolge essenzialmente un lavoro di pulizia del manoscritto. L’opera viene scandagliata alla ricerca di errori sintattici, grammaticali e ortografici, e infine controllata per quanto riguarda formattazione e impaginazione. Il lavoro del correttore di bozze viene eseguito a livello di “scheletro” del testo ed è il più oggettivo di tutti, dal momento che non giudica i contenuti, ma solo la struttura.
Il corrispettivo economico per questa mansione si basa sul concetto di “cartella editoriale”, ovvero l’unità in cui si misura la pagina testo dattiloscritta di dimensioni standard. Una cartella corrisponde a circa 1.800 battute e i prezzi medi si aggirano tra 1,50 € e 2,50 € a cartella. Naturalmente la cifra è indicativa e non tiene in considerazione l’ammontare di lavoro del correttore di bozze stesso, che di caso in caso potrebbe costare più o meno a seconda della quantità di correzioni da apportare al testo.
EDITOR
Il nome parla da sé. Il “modificatore” ha il compito di suggerire modifiche al manoscritto, notificando all’autore buchi di trama, incoerenze da un punto di vista sintattico o strutturale e in generale controllando tutto ciò che fa parte del contenuto del romanzo: personaggi, informazioni geografiche, frasi doppie o poco scorrevoli, e così via.
Non è escluso che una persona possa curare sia editing sia correzione di bozze di un manoscritto, ma le due mansioni rimangono comunque separate. L’editor lavora a stretto contatto con l’autore, che naturalmente ha il diritto di accogliere o meno i suoi suggerimenti. È un lavoro in itinere, che può occupare qualche settimana come mesi.
Anche in questo caso il prezzo varia a seconda delle cartelle da visionare (e al quantitativo di modifiche da apportare), con un costo variabile tra i 4 € e i 6 € a cartella.
COPYWRITER
Questa figura è la fusione fra un editor e un correttore di bozze, ma vola molto più in alto. Non si limita a controllare l’ortografia del testo o la sintassi di una frase. Cerca, studia, lima, definisce e scrive il linguaggio più adatto per promuovere l’autore in ambito pubblicitario. Che si tratti di uno slogan, di un articolo per il blog, di una newsletter, di una landing page per il sito o di una brochure, il copywriter deve non solo essere consapevole del target di riferimento e del contesto in cui opera, ma anche conoscere i meccanismi e le parole chiave per ottimizzare i testi per i motori di ricerca.
È a tutti gli effetti un professionista della parola e del linguaggio, ma anche del marketing e delle sue logiche. Per questo motivo la sua remunerazione varia in base alle prestazioni svolte ed è decisamente più alta rispetto alle prime due professioni.
GHOSTWRITER
Lo “scrittore fantasma” scrive racconti, biografie, discorsi, lettere e manoscritti… ma commissionati da un’altra persona, ovvero la detentrice dei diritti dell’opera a lavoro finito. Odore di truffa? In realtà molti personaggi famosi vi si appoggiano per le loro pubblicazioni. I libri di cantanti, attori o calciatori sono per la maggior parte commissionati agli scrittori fantasma, che per contratto cedono la proprietà dei manoscritti ai clienti, rimanendo così nell’ombra.
In questi casi, il genere più gettonato è la biografia. Il ghostwriter non scrive di fantasia: intervista il committente e rimane al suo fianco durante la giornata per comprenderne abitudini e personalità. La stessa cosa vale per quanto riguarda i discorsi politici o le lettere di presentazione. Insomma, un lavoro serio e faticoso, che ha poco da spartire con quell’alone di mistero e fascino di cui si circonda nell’immaginario comune. Per questo a volte i committenti decidono di riconoscere e citare gli scrittori fantasma nei ringraziamenti, nella prefazione o addirittura nella copertina.
Anche le case editrici fanno un uso massiccio di queste figure sottotraccia. Non è insolito che un ghostwriter venga assunto per completare (o scrivere da zero) un libro che verrà poi pubblicato sotto il nome di uno scrittore più famoso. Anche in questo caso il lavoro è a più mani e naturalmente servono competenza e professionalità per sviluppare un manoscritto che rimanga fedele all’idea originale.
I motivi di questa scelta possono essere molteplici: per mancanza di tempo o di materiale, per esempio, oppure per l’incapacità o l’impossibilità dello scrittore “originale” di produrre contenuti che rispettino certi obiettivi di marketing.
In base a tutte queste variabili, il lavoro del ghostwriter può essere remunerato in maniera molto differente. Le grandi case editrici arrivano a pagare anche 5.000 € per un libro di media lunghezza, mentre i prezzi si dimezzano con quelle minori o arrivano addirittura a meno di 1.000 € per un lavoro da freelance.
AI WRITER: IL FUTURO?
Esiste anche una quinta “figura”, quella dello scrittore… che non esiste. Servizi digitali come Writesonic forniscono assistenza in molteplici campi relativi alla scrittura: articoli per blog, advertising, descrizioni di prodotti, landing page, sommari e così via. In base al numero di parole e alla qualità richiesta, l’AI writer è in grado di produrre autonomamente testi di senso compiuto anche molto lunghi, in diverse lingue e con differenti template. Non si limita a duplicare contenuti dal web, ma li rielabora e li trasforma in testi unici, proprio come farebbe una persona in carne e ossa. I risultati? Realistici e spesso (purtroppo) di molto superiori alla media, sia per elaborazione dei concetti sia per correttezza della lingua.
Sembra improbabile che l’intelligenza artificiale possa sostituire completamente la creatività umana, almeno per quanto riguarda scritture personali come romanzi e racconti. Ma se pensiamo all’annoso dibattito tra eBook e libri cartacei, possiamo escludere che ci attenda un futuro totalmente digitale?