Come sopravvivere alla censura dell’erotico
Ormai ci abbiamo fatto il callo. Dalla fondazione della collana nel 2014, La Novella Orchidea e gli scritti editi da Ricardo Tronconi sono ciclicamente banditi da portali e social a causa dei loro “contenuti per adulti”. Spesso e volentieri senza una spiegazione convincente.
Il caso
L’ultimo incidente avviene giusto poche settimane fa. Il nostro intermediario, StreetLib, si premura di informarci che l’ormai noto Amazon ha tolto dalla vendita uno dei nostri fumetti (per la precisione, la versione cinese di Fabia Claudia e Claudia Fabia con racconto allegato), in quanto viola le loro linee guida. E siccome il grande mercato la fa da padrone, anche StreeLib, a seguito della segnalazione sul prodotto, decide di sospenderne in toto la vendita, almeno finché non gli verrà data una giusta classificazione.
Inizia così un generoso scambio di e-mail, in cui confermo che sì, in effetti il fumetto è erotico, ma da qui a dire che è pornografico ce ne passa (è anche in bianco e nero). La signorina dell’help desk non si arrende. Non devo prendere sul personale il termine “pornografico”, è solo un’altra definizione per “contenuto per adulti”. Devo capire che è una classificazione-filtro utile solo ad evitare l’invio di contenuti erotici agli stores che non accettano questo genere.
A questo punto, una domanda sorge spontanea. Qual è – se c’è – la differenza tra erotico e pornografico?
D’altronde, ogni giorno ci passano davanti decine di migliaia di serie TV e film con esplicite scene di sesso e di nudo. Perché un autore che segnala correttamente il suo libro nel genere erotico, vietandone la lettura sotto i 14 o i 18 anni, dovrebbe essere tacciato di pornografia ed escluso dalla distribuzione? Ovvero: perché i contenuti erotici degli autori e delle autrici indipendenti sono spesso e volentieri considerati pornografici?
Cosa si intende per pornografia
La pornografia ha a che fare con prodotti che rappresentano (anche solo in forma scritta) soggetti e/o atti sessuali espliciti, realistici e osceni, “con lo scopo di stimolare eroticamente il lettore o lo spettatore” (Treccani). Non si parla quindi solo di sesso vero e proprio, ma anche di semplici nudità.
Gli aggettivi di cui questa definizione si compone sono importantissimi. Esplicito indica qualcosa di chiaramente espresso, mentre osceno qualcosa che offende il senso del pudore. Un contenuto esplicito e osceno non può quindi per sua natura essere semplicemente allusivo, ma deve in qualche modo essere concretamente dimostrativo in senso sessuale (e quindi realistico). I cosiddetti contenuti per adulti, insomma, ci forniscono un’immagine esplicita e realistica di quell’oscenità che l’erotico sottintende in maniera velata ed elegante.
Cosa si intende per erotico
Semplificando, potremmo quindi considerare pornografico ciò che è sessualmente esplicito, mentre erotico ciò che è sessualmente implicito. E qui il cane inizia a mordersi la coda. Se ad esempio prendiamo la descrizione di una donna nuda, è evidente che si tratta di un contenuto esplicito, osceno. Di per sé, sicuramente pornografico in senso stretto. Ma davvero la descrizione di una donna nuda estende automaticamente a tutto il contenuto del libro un valore pornografico? Oppure siamo piuttosto nell’ambito dell’erotico, cioè di qualcosa che sfiora il pornografico, ma non ha come fine la rappresentazione delle nudità o dell’atto sessuale in sé?
Torniamo alla questione di partenza. StreetLib ci informa fin da subito che sì, possiamo pubblicare i nostri libri erotici, ma – e qui sta il grande problema di base – dà per scontato che qualsiasi pubblicazione che riguardi questo genere sia automaticamente pornografica. Con tutte le sottocategorie del caso (stupro, pedofilia, incesto, etc).
Ecco che allora la maggior parte degli stores negano la pubblicazione a tutti (o quasi) i titoli di questo genere. Perché, nel momento in cui non possiamo in alcun modo spiegare a un algoritmo quali sono i nostri intenti quando descriviamo o illustriamo un contenuto erotico (didascalici, di intrattenimento, di condanna, di incitamento…), in che altro modo un distributore può tutelarsi se non tagliando la testa al toro fin dall’inizio?
Sopravvivere alla censura
Ci sono due modi di sopravvivere a questa censura.
Molt* autori e autrici indipendenti scelgono di non segnalare l’esistenza di contenuti erotici nei propri libri, per evitare che i distributori di eBook considerino pornografico ciò che in effetti non lo è in senso stretto. Se pensiamo a Cinquanta sfumature di grigio, come ci viene spontaneo classificarlo? In diversi Paesi, il film è vietato ai minori di 17 anni per la presenza di “forti contenuti sessuali, inclusi dialoghi, comportamenti inconsueti, nudità, e linguaggio non adatto”. Tuttavia, non per questo è considerato pornografico. Infatti tutti, senza eccezioni, possono leggere il libro da cui è tratto. Alla pagina di acquisto su Amazon, addirittura, non troviamo alcuna segnalazione in merito all’età consigliata per la lettura e le categorie di acquisto sono: “gialli erotici” e “narrativa di genere”.
Come La Novella Orchidea, abbiamo comunque deciso, nonostante le evidenti difficoltà, di classificare i nostri prodotti come tali. Stiliamo una lista di ciò che è erotico e di ciò che invece può essere considerato pornografico in senso stretto. Ad esempio, alcuni fumetti particolarmente espliciti come Il peso dell’aria e Le indiscrete pieghe dello spazio. Agli stores segnaliamo sempre la categoria “fiction erotica” e mettiamo il limite di età oltre i 18 o, dove non possibile, oltre i 13 anni. Ma non spuntiamo la casella dei contenuti per adulti, a meno che le descrizioni o i disegni non siano davvero molto espliciti, realistici e/o preponderanti all’interno della storia.
E che Serenona ci perdoni, se qualche volta abbiamo pensato a qualcosa di più, guardando i suoi film…

Su Wikipedia, una immagine esemplificativa di “film erotico”… non pornografico.