La nostra esperienza con i distributori di eBook
Perché ci siamo affidati a distributori di eBook? Nel 2012, quando mio padre Ricardo Tronconi ebbe l’idea di fondare una collana di eBook, non ero sicura che ce l’avremmo fatta. Gli ostacoli erano tanti e non avevamo alcuna conoscenza di quel mondo. Ci vollero due anni prima di riuscire a mettere in piedi un ecosistema che tenesse il passo con il mercato. E che in più ci permettesse di essere distribuiti ovunque.
Ora sono sette anni che lavoro per La Novella Orchidea. Posso dire di aver fatto un bel giro di esperienze su ciò che un autore e un lettore possono trovare in Internet. Esperienze che, purtroppo, non sono molto spesso positive. Naturalmente il mercato del self-publishing, benché irto di spine, è piuttosto vario.
Parlerò in questa sede solo dei distributori principali. Di quelli che conosciamo più o meno tutti e che, nel bene e nel male, permettono col minimo sforzo e il maggior risultato a un aspirante self-publisher di distribuire i suoi scritti, mantenendone la proprietà intellettuale e la possibilità di pubblicazione anche con altri stores online.
LULU
Lulu è stato il capostipite dei distributori per i self-publisher. Di recente ha anche cambiato tutta l’interfaccia grafica, rendendola da una parte più fruibile all’utente, dall’altra meno “permissiva”. Per pubblicare un eBook ora è necessario specificare la lingua, ma l’elenco non è completo (per esempio, manca il cinese). Inoltre, il format di caricamento ha sempre dato problemi nell’accettazione degli ePub, rilevando errori inesistenti (o comunque non riscontrati dagli altri stores).
Ora il problema si pone poco, dal momento che, per pubblicare tramite la sua rete di distribuzione, prevalentemente statunitense, Lulu non permette la vendita di un prodotto che non abbia almeno il 50% del contenuto in inglese. Inoltre, anche così chiede un pagamento una tantum (per ora) di 4.99 $. L’unica soluzione per le altre lingue (quelle disponibili) è il caricamento gratuito di un PDF, ormai vetusto e quasi mai usato, esclusivamente sul suo store online.
Ormai è poco più di un’abitudine caricare contenuti sull’account utente di Lulu, più che altro perché non costa nulla. Ma il rendimento, a meno che non siate E. L. James (e noi non lo siamo), è pari a zero.
AMAZON
Spesso gli autori self-publishers prediligono questo distributore. È uno dei più famosi e consente di entrare nel programma Kindle Unlimited (previa concessione dell’esclusiva per novanta giorni).
Come La Novella Orchidea, abbiamo sempre pubblicato in Amazon tramite terzi, cioè tramite StreetLib. Tuttavia, attratti dal mondo che sembrava offrire, nel 2018 abbiamo portato tutte le nostre pubblicazioni direttamente su Amazon (mantenendo StreetLib per la distribuzione sugli altri stores). Il processo per essere accettati nel programma KDP (Kindle Direct Publishing) è piuttosto lungo e articolato. Non tutte le sezioni sono tradotte o disponibili per l’Italia, ma vale la fatica. Il profilo finale è ricco di strumenti per la pubblicazione e il format stesso di distribuzione è, a mio parere, il migliore sul mercato.
D’altra parte, come è nel suo diritto di azienda privata, Amazon è molto rigida sui contenuti pubblicati, soprattutto quelli che riguardano illustrazioni o fumetti digitali. Un qualsiasi tipo di grafica che raffiguri l’erotismo (es. un seno) o la violenza (es. una macchia di sangue) viene subito bloccato nella distribuzione. Il vero problema sta nel capire con che criterio l’algoritmo interno scelga questi contenuti.
Poniamo il caso che vogliate pubblicare due fumetti identici, ma in due lingue diverse. Non è detto che passino entrambi o vengano entrambi bloccati. A volte succede che ci siano disparità di controllo rispetto alla lingua di pubblicazione (l’algoritmo è più severo con l’inglese), sul colore (il bianco e nero ha più possibilità di essere accettato) e via dicendo. Il discorso si presenta anche per quanto riguarda il cartaceo, gli eBook testuali e i distributori terzi (assenza quasi totale di controlli).
Dopo qualche blocco, a volte del tutto inaspettato, Amazon espelle l’autore dal programma KDP. Non fornisce alcuna spiegazione su quale contenuto ne sia stata la causa scatenante e nega l’accesso all’account per recuperare documentazione utile. Come porre rimedio se capita? Rimboccarsi le maniche e ripubblicare sfacciatamente tutto tramite un distributore di terze parti: in meno di 24h ricompariranno tutti gli eBook. Se l’accesso alle facilitazioni Amazon sarà precluso per sempre, almeno vi garantirete una presenza sulla più grande Internet Company al mondo.
KOBO
Il discorso di Kobo è sostanzialmente uguale a quello di Amazon, ma con un esito del tutto diverso.
Anche Kobo ha un buon format di caricamento e permette ai propri autori di iscriversi a Kobo Plus (per ora limitato a pochi paesi europei) e alla biblioteca OverDrive. Come gli altri stores online, anche Kobo adotta politiche piuttosto rigide sui contenuti, soprattutto quelli erotici, ma lo fa a modo suo. Al momento della scelta delle categorie, ogni riferimento al “tema adulti” viene tolto, almeno per quanto riguarda fumetti e graphic novels. In verità, da distributori terzi accetta praticamente di tutto (ha infatti una sezione “erotica” all’interno dello store di vendita), ma non ti induce in tentazione se la pubblicazione passa direttamente dal suo format di caricamento.
Ad ogni modo, se dopo i controlli ritiene che un contenuto sia inappropriato, poco male. L’eBook incriminato viene semplicemente rimosso dallo store, mentre l’account utente è libero di proseguire con altre pubblicazioni. Questo ovviamente è un bene per l’autore, mentre a mio parere la politica di categorizzazione dei prodotti “interni” di Kobo limita un po’ l’indicizzazione degli stessi. Vendere sullo store Kobo tramite distributori di terze parti, infatti, rende molto di più in termini di numeri, anche se economicamente meno.
STREETLIB
Ormai diventato vero e proprio colosso dell’editoria elettronica, fin da subito StreetLib si è posto sul mercato come uno dei più importanti distributori di terze parti in Italia.
Il servizio, (quasi) del tutto gratuito, a differenza di altri simili (es. Youcanprint) mette a disposizione diversi strumenti utili per gli autori. Uno di questi è Write, che permette di scrivere un libro ed esportarlo direttamente nel formato desiderato, senza costi di conversione. Ultimamente, lo spazio di memoria offerto su Write per autore è stato limitato a seconda delle versioni (gratuita o a pagamento mensile in base ai MB desiderati). Ci sono anche state diverse novità (non del tutto positive) per quanto riguarda i formati di esportazione, soprattutto il PDF, che ora richiede la creazione “virtuale” di una versione cartacea.
Ma l’ultima, vera novità di StreetLib è stata l’introduzione di una sezione di pubblicazione dedicata ad audiolibri autoprodotti, anche se il numero degli stores aderenti è ancora molto limitato. Detto questo, il grande punto di forza di StreetLib rimane la sua distribuzione globale che, attraverso l’affiliazione a portali anche minori, consente tutti i tipi di vendita, noleggio e abbonamento del prodotto, là dove gli altri non arrivano o dove a un utente non statunitense (vedi Apple o Google) è molto complicato accedere.
Anche se sulla carta sembra funzionare tutto alla perfezione, purtroppo la gestione “umana” di StreetLib non è all’altezza delle aspettative. Il customer care fornisce sempre risposte piuttosto evasive riguardo agli errori che si possono trovare sul sito, rimandando a FAQ o ad articoli del blog spesso sbagliati o non aggiornati. Inoltre, non sono puntuali come gli altri stores con i pagamenti, per ricevere i quali bisogna ogni volta sollecitare (non sempre a buon fine). E tralasciando il fatto che il loro format di caricamento funziona solo nei giorni feriali (e neanche tanto bene), il vero problema sta nella fatturazione. Non sempre è corretta né rispecchia i dati che vengono forniti in altri documenti, e per chi come noi ha molte pubblicazioni, è anche abbastanza ingarbugliata, per non parlare del periodo di riferimento, che rispetto al trimestre canonico è spesso in ritardo di più di un mese.
Inaccettabile? Prevedibile: tanto più grande è il servizio, tanto meno se ne avrà il controllo.
CONCLUSIONI
In conclusione, con un po’ di pazienza e tante ore di esperienza sul campo, si possono ottenere buoni risultati e saltare (quasi) tutti gli ostacoli di percorso per pubblicare sui distributori. Tuttavia, chi si aspetta che il mondo del self-publishing sia una scelta al ribasso, un po’ di fortuna un po’ di seconda mano, forse avrà qualche sorpresa. Come ogni altro campo, comporta una lunga serie di responsabilità e di sacrifici. Fornire al lettore finale un prodotto di qualità è il primo e l’ultimo degli obiettivi che ci si pone quando si decide di entrare a far parte di questo mondo bizzarro.