Come si scrive in Braille
Avevamo già trattato, in un articolo di questo blog, di come gli ipovedenti possono beneficiare dell’eBook per la lettura e dello sviluppo per i ciechi del progetto eBraille, che rappresenterebbe un’alternativa digitale alla versione Braille cartacea.
Il Braille è infatti ancora il metodo più utilizzato per consentire la lettura e la scrittura ai circa 285 milioni di disabili visivi in tutto il mondo. Perché “ancora”? Nonostante quello che si potrebbe pensare, questo codice ha più di 200 anni e non è cambiato molto dalla sua nascita.
Come nasce il Braille
Il suo inventore, agli inizi del XIX secolo, fu il francese Louis Braille, che perse la vista da entrambi gli occhi a seguito di un incidente nell’officina del padre. A 10 anni imparò a leggere, all’Istituto per Giovani Ciechi di Parigi, attraverso il metodo allora in voga. Valentin Haüy, calligrafo, nel secolo precedente aveva infatti inventato un sistema di caratteri di stampa mobili in rilievo piuttosto efficiente.
Nel 1821, tuttavia, il militare Charles Barbier de la Serre insegnò al giovane Louis un altro metodo. Le forze armate lo utilizzavano per l’invio di messaggi notturni e si basava su dodici punti per scrivere messaggi in rilievo. A soli 15 anni, dopo quell’incontro ispiratore, Braille ideò la barra che porta il suo nome. Il codice si basava sulla combinazione di 6 punti in rilievo e percepibili al tatto, corrispondenti alle lettere dell’alfabeto e ai segni di interpunzione. La combinazione venne poi estesa alla matematica e alle note musicali, mentre si aggiunsero 2 punti per quanto riguarda il campo dell’informatica. Oggi sono 800 le lingue e i dialetti che utilizzano il Braille come sistema di comunicazione tra non vedenti.
La composizione del Braille
Il primo libro in codice Braille vide la luce soltanto nel 1827. Il motivo della scarsa espansione iniziale di questo metodo, oltre all’ostracismo di alcuni insegnanti, risiedeva proprio nella difficoltà intrinseca di impararlo e padroneggiarlo con sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la scrittura.
Il codice alfabetico alla base del Braille è infatti composto da 6 punti disposti all’interno di una forma rettangolare, che idealmente corrisponde a quella del polpastrello del dito indice. La forma rettangolare contiene due righe verticali da tre punti ciascuna. Per aiutare l’immaginazione, possiamo pensare a una scatola di uova posizionata in verticale. Le combinazioni dei punti risultano in totale 64, suddivise in 5 serie di 10 segni ciascuno e 13 segni liberi. Semplificando, i quattro punti più in alto servono a comporre le prime dieci lettere dell’alfabeto (dalla A alla J, a cui corrispondono i numeri da 1 a 0), mentre alle dieci lettere successive si aggiunge il punto in basso a sinistra (fino alla T) e alle lettere seguenti entrambi i punti più bassi. La stessa logica vale anche per quanto riguarda la punteggiatura.
Come scrivere in Braille
La regola prevede che il Braille sia tracciato sulla faccia opposta della pagina, invertendo la disposizione dei caratteri a cui sono abituate le persone vedenti. Questo perché, se si pensa all’incisione del codice con punteruolo e tavoletta, la parte in rilievo è proprio quella opposta al buco, che viene dunque letta da sinistra a destra una volta girato il foglio.
Oggi, per fortuna, esistono delle apposite tastiere per computer che riproducono nei tasti la combinazione di punti, semplificando di non poco il lavoro di stesura del testo. Per chi preferisce l’uso della carta, comunque, c’è una soluzione molto amata: la dattilo-braille. È a tutti gli effetti una macchina da scrivere, ma con solo sette tasti, che corrispondono ai 6 punti della barra Braille più uno spazio vuoto. Anche in questo caso, serve una buona manualità: per formare una lettera, bisogna premere simultaneamente i tasti che vanno a formarne i puntini identificativi.
Le biblioteche Braille
La principale biblioteca italiana a servizio dei non vedenti è, fin dal 1928, la ONLUS “Regina Margherita”, che dalla fine degli anni ’90 ha sede a Monza e possiede la più importante raccolta italofona di opere in Braille.
Nel 1948, per facilitare alle persone cieche e ipovedenti della Svizzera italiana l’accesso alla cultura, venne fondata la Biblioteca Braille e del libro parlato della UNITAS a Tenero. È possibile consultare 700 volumi in scrittura Braille, 800 a grandi caratteri e oltre 8.000 libri registrati su supporti audio. Tutti possono inoltre scaricare eBook in formato ePub, grazie a un’applicazione specifica. Gli utenti della biblioteca comprendono non solo ciechi e ipovedenti, ma anche coloro che in qualche modo hanno difficoltà nella lettura, comprese le persone con disturbi specifici dell’apprendimento.
Se desideri approfondire l’argomento, ti consigliamo di fare riferimento a questo interessante opuscolo messo a disposizione dalla stessa UNITAS, che spiega nel dettaglio l’ordinamento dei vari punti nel sistema Braille e i campi di applicazione più utilizzati al giorno d’oggi.