La consistenza dell’anima
È online e disponibile per l’acquisto su tutti i principali shop La consistenza dell’anima, nuovo racconto di Ricardo Tronconi dalle tinte retrò. Una novella scritta agli esordi e rimasta chiusa nel cassetto per molto tempo, che ora vede la luce in forma di eBook.
Colpisce subito che il titolo sia un ossimoro (“anima” e “consistenza” si escludono a vicenda), ma ancora più particolare è il sottotitolo: “dove non si parla di quest’ultima”. Se l’anima è di per sé un concetto che esclude il corpo, perché accostarla a un termine così fisico come la consistenza, per di più se non se ne parla effettivamente?
Un bel rompicapo per chi inizia la lettura, ma anche per chi la conclude. Tutto il racconto sembra essere teso ad altro, mentre il colpo di scena finale lascia molti dubbi sulla veridicità di quanto successo. La trama, piuttosto lineare, narra di una coppia di psichiatri affermati che si ritrovano dopo trent’anni di separazione e diventano amici. La maggior parte dei capitoli si esplicano in un dialogo per lo più incentrato sul tema dell’adulterio (la causa della separazione della coppia), ma in ultima battuta troviamo altre leggi divine infrante.
Il filo conduttore dell’intera vicenda sembrano essere proprio queste ultime, che costantemente rincorrono con il loro peso tutte le azioni umane. Come se, dopo essere state scolpite nella pietra, fossero precipitate proprio nel corpo umano, dirigendo ogni azione. Ma per uno scopo platonicamente più alto: la salvezza dell’anima e la ricongiunzione con il divino.
Il concetto di anima (dal greco ànemos, “soffio”, “vento”), nella sua accezione più comune, è il principio vitale dell’uomo, una parte immateriale che governa il pensiero, il sentimento, la volontà e la coscienza morale. Tutte cose incorporee, ma che prendono forma nell’azione delle stesse: come l’adulterio, che si esplica in un’azione piuttosto concreta.
Ecco dunque spiegata la “consistenza” dell’anima, che dirige i nostri passi con un respiro tutt’altro che immateriale. In questo passaggio risiede tutto ciò che fa dell’uomo un essere umano: la tensione verso l’alto e la pulsione verso il basso. Una sorta di ossimoro filosofico e spirituale, che vede la nostra forma “pura” lottare per liberarsi da un abito di carne che, paradossalmente, è anche l’unico modo tramite il quale può agire e concretizzarsi: non desiderare la donna d’altri, non commettere adulterio, non uccidere.
E dove si esplicano maggiormente queste azioni, se non nelle relazioni sentimentali e sessuali che intrecciamo durante la nostra vita?
“Com’è emozionante penetrare l’anima di una persona che ancora non conosci, fino a portarla ai confini del più sfrenato desiderio!”
Così esclama Sena, la protagonista, facendo implicitamente riferimento a una tensione che si sfoga nel corpo, ma va oltre la forma fisica. Un desiderio di possesso e condivisione che trascende l’aspetto fisico, ma può solo concretizzarsi in esso.
“Eppure, avresti dovuto saperlo: nulla dura per sempre e bagnare col seme il fiore della carne non basta. Una donna di un universo considera tutto, non solo la consistenza della sua anima!”
Tirando le somme, possiamo ora forse spiegare il quesito da cui siamo partiti. Perché l’autore dichiara di non parlare di anima, nonostante il titolo sembri indicare proprio il contrario? Proviamo a svestire le nostre riflessioni del significato filosofico e religioso che possono avere. Concentriamoci solo sulla “parola” e vediamo la questione da un punto di vista prettamente semantico. Il titolo non è “L’anima e la sua consistenza”, ma “La consistenza dell’anima”. Il soggetto è chiaramente la prima, mentre “non si parla di quest’ultima”.
Come se l’autore avesse voluto gabbarci fin dalle primissime righe, facendoci credere di parlare di qualcosa di spirituale, mentre l’intera storia si concentra su temi molto più fisici… e più umani.
Perché chi lo sa se all’uomo è davvero permesso di parlare di anima?