Il fumetto oggi: intervista a Marco Visentin
Ciao Marco, tu fai parte della “nuova generazione” di disegnatori. Ci puoi raccontare qualcosa di più su di te?
Ciao e grazie per l’occasione! È la prima volta che mi viene proposta un’intervista formale, spero di non impappinarmi troppo (ride).
Da che ho memoria sono praticamente cresciuto a fianco di matita e carta, dai primi timidi disegni che scimmiottavano i cartoni in televisione, a più o meno tutto ciò che mi passava per la testa. Non c’era una singola cena o raduno di famiglia che non invogliasse il piccolo Marco a chiedere una superficie e uno strumento per scarabocchiare un po’ tra i vari dibattiti calcistici, fette di salame e sorsi di prosecco; ah, e utilizzo il termine vago “superficie’’ perché sono certo che, se chiedeste a mia madre o a mia nonna, sarebbero più che lusingate di portarvi a fare un giro turistico dei vari strati di intonaco usati per coprire i miei murales di pastelli sulla facciata di casa… forse stavo sviluppando una certa affinità per il mondo dei graffiti?
Ovviamente il mio percorso scolastico, soprattutto a partire dal Liceo e dal mio triennio alla Scuola Internazionale di Comics di Padova, è stato fondamentale per indirizzarmi sulla retta via in questo futuro abbastanza incerto e funestato da non pochi bastoni tra le ruote da parte di terzi. Mi manca ancora molto prima di potermi definire un “fumettista’’ fatto e finito, ma grazie anche ai progetti che mi avete permesso di eseguire sotto la vostra ala editoriale, sento che la scalata ormai è iniziata e non ho certo intenzione di fermarmi qui!
Al giorno d’oggi le competenze digitali sono fondamentali anche nel tuo campo. Ma quanto contano ancora “carta e penna”?
Contano esattamente come contavano 10 anni fa. Spesso si è subito pronti a gridare: “Il digitale sostituirà il tradizionale! Squillino le trombe! Chiamate il re!’’ L’obiettivo del digitale, però, non è mai stato questo: è uno strumento come un altro per permettere di semplificare la produzione e l’edizione di un’opera, andando sempre e comunque a braccetto con una qualsiasi base di studio tradizionale antecedente. Ovviamente questo è il mio umile parere a riguardo: sono certo che se riproponeste questa domanda ad altri cinque o dieci autori, ricevereste altrettante risposte diverse…
Alla fine della fiera mi permetto di citare a riguardo il parere di uno dei miei insegnanti, che col tempo è diventato anche il mio: “Il digitale è uno strumento bellissimo, ma niente batterà il suono del pennino che scorre sulla carta’’.
Vedi un’evoluzione nel mondo del fumetto? Cosa sta cambiando?
Non avete risparmiato colpi sulle domande pesanti! Beh, premetto che il mio parere e la mia esperienza in questo settore stanno come un granello di sabbia sta all’intero lungomare Jesolano… nonostante ciò, secondo me il mondo del fumetto è in costante cambiamento, siamo a una fase di questo “prodotto’’ dove non è più così semplice catalogare un’effettiva data precisa in cui sono state cambiate le carte in tavola. Basti vedere come non si possa più nemmeno utilizzare il termine “fumetto” per definirlo, visto che già ai tempi di Will Eisner era nato il termine “graphic novel’’; prima di lui, poi, Osamo Tezuka aveva capitanato la diffusione del “manga’’ in oriente e oggi, proprio con quello che produciamo noi e tante altre case editrici ormai al passo coi tempi, si parla di “eBooks/web comics’’.
I confini si sono aperti da anni creando il bellissimo pentolone culturale che ci troviamo davanti oggi e che, da qualche anno a questa parte, cambierà ancora… anzi! Sta già cambiando! Vi cito, ad esempio, il caso di numerosi progetti finanziati tramite le piattaforme di crowdfunding come “Kickstarter”. Queste piattaforme tendono a favorire sempre di più il mondo dell’autoproduzione editoriale, da troppi anni calpestata, ingiustamente a parer mia, dai “grandi capi’’ che dominano il settore. Fatto sta che non c’è un effettivo modo di “puntare il dito’’ su cosa stia effettivamente cambiando, ma è certo però che sta accadendo e questa è una cosa bellissima!
Con La Novella Orchidea sei ormai al terzo fumetto (in lavorazione), pensi che sia ancora una sfida stimolante?
Ogni nuovo progetto mi emoziona sempre come se fosse la prima volta. Le sfide sono tante e continue e sicuramente non diminuiscono solo perché si ha più esperienza o materiali più moderni, ma diventano semplicemente più facili da digerire. Una “one shot” di 40 pagine può essere minacciosa come una serializzazione settimanale, non si può mai sapere chi o cosa metterà i bastoni tra le ruote alla pubblicazione, ma il bello non sta proprio in quell’incertezza? Forse, però, questa è solo una mia visione masochista (ride).
I racconti di Ricardo Tronconi presentano una forte componente erotica. Come fumettista ti trovi spesso a doverti cimentare con scene di nudo o di sesso?
Grazie alla fantasia di Ricardo non posso negare che le scene di nudo e di amore spinte non si sprechino… agli inizi vi lascio immaginare le espressioni dei miei conoscenti quando dovevo raccontare il contenuto delle storie a cui lavoravo (ride).
Questi progetti sono stati la mia prima esperienza “professionale’’ col mondo del disegno erotico/amoroso: l’ho odiato abbastanza, non ve lo nego, perché come ogni nuova esperienza si deve sempre superare quel muro iniziale di odio e disprezzo portato dall’uscire dalla propria zona di comfort. Col tempo, però, mi ha aiutato a “sdoganare’’ il mio modo di vedere rappresentati i rapporti tra noi umani su carta e per questo gli sarò sempre grato.
Pensi che l’Italia sia ancora troppo moralista su questi argomenti?
Beh, avendo dato alla luce un archivio immenso di artisti che sul nudo ci hanno campato, formando letteralmente la base dell’arte per come la conosciamo oggi… no, l’Italia in sé non è moralista, ma gli Italiani sì!
Come ho detto prima, c’è da aspettarsi quella reazione negativa generata dalla paura del nuovo e del diverso. Basti vedere le tante notizie di riforme e di opposizioni a tali riforme che sentiamo al giorno d’oggi; nasce tutto dall’ignoranza, dato che noi umani abbiamo sempre preferito rispondere con violenza a ciò che non conoscevamo, piuttosto che tendere la mano e provare a stabilire un dialogo. Era così duemila anni fa ed è così, purtroppo, ancora oggi.
Col tempo però, come è stato per il fumetto, penso che anche in quest’ambito i confini man mano si scioglieranno e ci metteremo letteralmente tutti a nudo!